Mi permetto di proporre anche sul sito l’articolo uscito oggi sul Gazzettino. Ovviamente i commenti sono graditi. (B.T.)

Appello alla Commissione disciplinare di secondo grado della Figc: trovi una motivazione plausibile, un pertugio, ma andrebbe bene anche un cavillo qualsiasi. Insomma, si inventi qualsiasi cosa ma, per cortesia, accetti il controricorso dell’Ovarese e annulli così la decisione del giudice sportivo di ripetere la finale di Coppa Carnia fra i biancazzurri e il Cedarchis.
Sarebbe la conclusione meno traumatica di una vicenda che comunque lascerà il segno e certamente verrà ricordata a lungo. L’omologazione della partita del 14 agosto farebbe felici tutti e risolverebbe una serie di problemi. Soddisferebbe innanzitutto l’Ovarese, che vuole vedere nell’albo d’oro il risultato del suo successo sul campo, non il 3-0 a tavolino per rinuncia dell’avversario; il Cedarchis, che risparmierebbe qualche soldino per l’inevitabile e salata multa da pagare in caso di mancata presenza alla finale; la Figc, che eviterebbe di essere costretta ad organizzare una partita “fantasma”; l’Aia, desiderosa di una riabilitazione dopo quella sentenza nella quale l’arbitro Sacchetto non ne è certo uscito bene; tifosi e appassionati, che nelle ultime settimane hanno incassato ironie varie dagli amici “furlans”, ai quali avevano sempre raccontato che il Carnico è l’ultima oasi del calcio puro. Una lunga serie di motivi, quindi, per stabilire che questa finale non s’ha da (ri)fare. Perché, diciamolo, nessuno ha voglia di sorbirsi il triste spettacolo di una partita finta, con l’obbligo di chiamare la forza pubblica, il servizio sanitario, gli arbitri, i dirigenti dell’Ovarese e della società il cui campo ospiterà la partita, senza dimenticare che i giocatori dell’Ovarese dovrebbero pure presentarsi con la divisa da gioco per rispondere all’appello del direttore di gara. Non vogliamo nemmeno prendere in considerazione, poi, la possibilità che possa esserci anche una premiazione fra pochi intimi. Questa situazione sarebbe sgradevole per tutto il movimento regionale, non solo per quello carnico. Insomma, ci sono tutte le ragioni affinché la Commissione disciplinare possa emettere un verdetto di buon senso, forse giuridicamente claudicante, ma per i valori che lo sport (soprattutto quello dilettantistico) deve trasmettere, sicuramente inoppugnabile. E allora facciamo sì che la foto del capitano ovarese Rudy Coradazzi mentre solleva felice il trofeo nella piovosa nottata preferragostana di Villa Santina, resti veramente l’ultimo atto della Coppa Carnia 2010.

Bruno TAVOSANIS, dal Gazzettino